Valposchiavo, l’inattesa valle cento per cento biologica

L’idea di tornare in un paese per conoscerlo e approfondirlo mi appartiene da quando ho iniziato a viaggiare. Il mordi e fuggi non mi ha mai soddisfatto pienamente. Nemmeno farsi un’idea generale di un luogo è una modalità che mi appartiene. Amo entrare in empatia con i popoli, con le persone, capirne la storia, le tradizioni e i costumi. Il cibo è solo uno dei tanti mezzi per conoscere un paese, poi il restare e il farsi contagiare, immedesimarsi è ciò che più ci fa entrare nel cuore e nell’anima di una città, di un popolo e di un paese. Per la Svizzera in questi mesi è stato così, ho avuto la fortuna di lavorarci, visitarla in lungo e in largo, percorrendo le stagioni, il freddo inverno e la neve alta per le strade, il sole e il bagno nei fiumi, le alte montagne che dividono i cantoni e le diverse lingue e spesso si ha l’impressione che siano montagne invalicabili. In tutta questa diversità, un comune denominatore in questo anno di esplorazione da quando tutto è cominciato dal primo casuale blog tour sono i treni. Gli Svizzeri amano viaggiare in treno e per loro è un mezzo in cui si identificano molto. Per lavorare non si spaventano a percorrere più di un’ora di viaggio ogni giorno. Per semplici riunioni si muovono su ferrovia da un cantone all’altro. Aspettano coincidenze pacatamente, camminano molto e hanno un imprinting dinamico. Organizzano eventi gastronomici, oppure ne fanno attrattive per il turismo, vedi il famoso trenino rosso verso la leggendaria St. Moritz. Oggi vi voglio proprio raccontare di un viaggio speciale provato per voi e che potrete rifare a settembre in una valle particolare e sorprendente: la Valposchaivo, una valle cento per cento biologica situata a nord della Valtellina. Non credevo potesse esistere un posto così, ogni singolo produttore, allevatore, macellaio, contadino, casaro è biologico e certificato. Come in una valle perfetta nelle scelte e nel destino. Una valle ricca di paesi, fattorie e maggesi con il sigillo di qualità.

“Quando a nord piove, nevica o infuria la bufera, nella parte più meridionale del Cantone il sole risplende sulla valle che dal Passo del Bernina scende ripida fino a Tirano, in Valtellina.” In questo paesaggio non manca il lago di Poschiavo che regala ulteriore poesia.

Poschiavo, capoluogo della valle, è un paese affascinante, ha un piccolo centro storico, le case hanno tutte l’orto, è precisa e ordinata, agreste e chiccosa al tempo stesso. Il pascolo per gli animali è al centro della cittadina e appena più in là non manca la strada delle ville in stile veneziano con giardini decorativi nobiliari. Ma nelle stesse ville dove davanti risiedono giardini coreografici, dietro un tempo si trovavano stalle e fienili. Una particolarità incredibile che deriva dal XVII secolo, quando ci fu una forte emigrazione della popolazione autoctona verso la vicina Serenissima Repubblica di Venezia. Durante il XIX secolo le vie dell’emigrazione si spostarono verso nuovi poli, in particolare Spagna, Francia e Inghilterra, ma anche verso la Russia dove in molte città sorsero caffè gestiti da emigranti poschiavini. Fu in particolare la popolazione protestante a seguire questa via. Il ritorno di capitali verso la Valle consentì di decorare Poschiavo di questi stupendi palazzi patrizi, tra cui la magnifica “Via dei Palazzi”, posta a sud del paese, per l’appunto. Anche i cattolici emigrarono ma verso le Americhe nei primi del ‘900. Proprio a Poschiavo, partendo da Tirano in Italia, passa il famoso trenino del Bernina che arriva fino a St.  Moritz. IMG_3189Percorre il percorso tra valli e montagne ed è proprio questo tragitto ad essere stato nominato Patrimonio mondiale dell’Unesco. Un viaggio panoramico famoso al mondo in cui si può salire e scendere ad ogni stazione. Vale la pena visitare ciascun angolo di paradiso con le sue caratteristiche e sostare in una delle numerose terrazze/stazioni ad ammirare panorami mozzafiato. Il punto più alto è il ghiacciaio Piz Palü che si può ammirare dalle vetrate della stazione di Alp Grüm comodamente seduti e degustando i pizzocheri locali di farina di grano saraceno, i “capunet” (proprio come in Piemonte) però qui sono gnocchetti di farina e spinaci, il furmagin da cion BIO (presidio Slow Food), la carne secca dei Grigioni, pane, formaggi, salumi e tisane tutti rigorosamente biologici. IMG_1613 IMG_3195 IMG_3198Una sosta da non perdere. Prima di arrivare qui però fate una passeggiata tra le marmitte dei Giganti: vere e proprio opere d’arte costruite dalla natura. Sono il risultato del susseguirsi delle glaciazioni, sono particolari forme erose nelle rocce riscoperte solo alcuni decenni fa, perché prima ricoperti di vegetazione, ma la loro formazione risale a 10.000 anni fa al ritiro dei ghiacciai. 

Insomma è definito il paese inatteso, ed in effetti è tutto una sorpresa. Dal paesaggio, alla cultura, allenogastronomia. Quando sono andata, era tempo di raccolta di fieno e lo scenario che si stagliava davanti a me era sorprendente. Giovani ragazze in pantaloncini e occhiali da sole, atlete e bionde ad inforcare balle di fieno con uno stile leggiadro e moderno. Le distese di erbe spontanee di cui la Valposchaivo ne è il fiore allocchiello (già ve ne parlai nellarticolo su La Ricola).

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Lhotel in cui ho dormito, casa nobiliare di uno dei più potenti massoni al mondo ricolma di simbolismi e quadri di sibille; l’ossario di teschi nella chiesa al centro del paese, il lago che illumina, un trenino che passa per la strada quando non incontra una mucca. Il ritorno dellemigrazione portò musica, fotografia, arte e persino una delle collezioni più prestigiose di arte indiana in un paese di poche migliaia di abitanti, linnovazione e la tecnologia. Si pensi che Poschiavo è uno dei primi comuni collegati ad internet già nel 1995. Questa “Poschiavo, il capoluogo, in cui l’originalità si fa beffa di ogni attesa…” sono le parole sussurrate dal tedesco Wolfgang Hildesheimer.

Mettete un treno anni 30 con musica jazz e tavoli apparecchiati con tovaglie di fiandra bianche, una cena stellata di qualche chef prestigioso. Mettete un viaggio dalla stazione anonima di Rho-Expo che però ad un tratto percorre la Valtellina, i laghi, le valli al tramonto. Mettete camerieri con abiti tradizionali di una volta che vi faranno assaggiare prodotti locali assemblati con gusto e maestria accompagnati da vini selezionati della valle che percorrete. Mettete che arrivate in un luogo ‘inatteso’ come Poschiavo in cui dormite sonni profondi in camere spoglie e silenziose in mezzo ad una valle sconosciuta piena di storia e fascino. Ecco mettete tutto questo in tre giorni e vivrete ciò che ho vissuto io nel sorprendente viaggio SlowTrain-Valtellina-Valposchiavo per Expo2015.IMG_1471

Sapete qual è la fortuna della Valposchiavo? Che così come accade nei film, ad un certo punto nel 1400 indecisa tra sud e nord così per destino e per caso si alleò verso nord e voilà entrò a far porte poi della confederazione Elvetica, la nostra Svizzera.

Informazioni: per chi fosse interessato a fare questo viaggio nel passato può trovare tutte le formule più adatte a voi. Per chi volesse provare l’ebbrezza della cena in treno un solo giorno a/r o due e tre giorni con la visita della valle biologica scegliete una delle opzioni. 

Se invece voleste andare per conto vostro nella Valposchiavo ci sono tantissime offerte, quella più interessante ve la segnalo, con due notti in alcuni hotel convenzionati avrete compresa la Valposchiavo All Inclusive Guest Card, che vi permette di viaggiare gratis sulla Ferrovia retina (su tutti i treni regionali in 2ª classe sulla tratta Ospizio Bernina – Tirano- Non valida per il Bernina Express). Visitare case e musei, passeggiare tra i giardini dei Giganti. Una vera full immersion.