Regine & Re di Cuochi arrivano alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

Il 16 Marzo ha inaugurato, alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, la mostra “Regine&RediCuochi” e non poteva essere scelta sede migliore, dato che ha come contenuto l’eccellenza dei cibi e dei vini italiani, sovrani indiscussi del nostro patrimonio culturale.

12744368_1264191726940613_697692752423450683_nLa Mostra terminerà il 5 Giugno per poi trasferirsi a Shangai, Mosca, San Paolo e Seul: unica tappa italiana, quindi. E’ stata ideata dall’Associazione Maestria ed ha alle spalle un comitato scientifico composto, tra gli altri, da Marco Bolasco -coordinatore- e Elisia Menduni e Bob Noto ed ha il supporto di Lavazza e Regione Piemonte.

L’esposizione ha una forte impronta interattiva: l’allestimento è, infatti, di tipo multimediale e riproduce rumori, colori e suoni tipici delle grandi cucine con l’aggiunta di materiale fotografico e documentario a testimonianza di ció che avviene durante il “dietro le quinte” delle nostre cene. Un allestimento che stimolerà tutti i nostri sensi, quindi.

È organizzata in sette sezioni (Cucina come cultura; La tavola inizia dal mercato; Due millenni di cucina italiana; Regine & Re di Cuochi; La creazione del gusto; Il teatro del piatto; Scenari futuri) e si sviluppa su 2.000 mq e ha come obiettivi quelli di promuovere la cultura della cucina italiana intesa come massima espressione di creatività, grazie alla immensa varietà di prodotti dei singoli territori del nostro Paese; attraverso questa trasmissione di sapere, si vuole aiutare la promozione delle piccole filiere e proteggerle dalla contraffazione, sensibilizzando così il pubblico alla scelta consapevole delle materie prime da consumare.FullSizeRender (4) La parte centrale è la più discussa ed è quella dedicata agli chef -Carlo Cracco, Matteo Baronetto, Davide Scabin, Moreno Cedroni, Heinz Beck, Massimo Bottura, etc..- che in questo momento storico della gastronomia hanno visto accendersi sui loro palcoscenici dei veri e propri “occhi di bue”! Elisia Menduni ci tiene e a sottolineare che non sono stati scelti i più bravi- di chef bravi si ha l’imbarazzo della scelta- ma quelli che in questo momento sono rappresentativi per un concetto, una parola, una storia che è descritta sui loro “silos” neri. Un grande porto di mare in cui ci sono storie da raccontare e,  in questo caso, sono le storie di chi sta scrivendo la storia  della cucina italiana del nostro secolo. Silos che partiranno per nuovi paesi intorno al mondo e dove la cucina italiana verrà raccontata per ciò che è ora, in questo tempo fatto di comunicazione che è  web e televisione, show-cooking, fiere, ricerca e visibilità. Una cucina italiana fatta anche di mercati, prodotti di eccellenza, fatica e sudore in cucine frenetiche, come il video in timelaps nella cucina di Crippa all’ora di pranzo.

Nel percorso non sono mancate la storia, le religioni, le nuove tendenze e le future promesse: i giovani che raccolgono un’eredità importante del loro paese e hanno il compito di portarla avanti con professionalità, orgoglio e molto sudore. Confidiamo in loro.

Una mostra “consigliatissima”, per grandi e piccini, addetti ai lavori e curiosi di questo mondo di gusto e sapore. In fondo il cibo è l’espressione di un paese e va valorizzato.

Con il cuore in subbuglio per 40 min mi è sembrato di tornare all’Expo, i richiami, le modalità di esposizione, gli approfondimenti culturali, l’interazione con il visitatore sono la giusta eredità che ci ha lasciato la più grande esposizione mondiale a Milano.

Ogni cosa ha una profonda missione e questa mostra ne è il risultato lampante.