Quando sei tu a diventare nutrimento

Ieri sono 7 mesi che nutro una creatura. Ieri 20 luglio sono 7 mesi che sono diventata mamma e tutta la mia vita ha subito una grande battuta d’arresto o meglio una forte deviazione di rotta di tutte le mie energie. Non hai scelte, non ha scorciatoie nè le ho volute e cercate. L’unica cosa che potevo fare era dedicarmi con tutta me stessa a ciò che mi stava capitando in quel momento. Non è cambiato molto nel mio modo di affrontare gli eventi. Dò tutta me stessa, stop. Motivo per cui anche il mio blog ha avuto una frenata brusca.

Mi sono dedicata durante la gravidanza e dopo a leggere studiare e capire cosa volevo per la mia esperienza. Bè è andato un po’ tutto a caso come tutti mi avevano avvertito. Nessun controllo, nessuna grande pianificazione a parte quella di predisporsi di dare vita ad una creatura. Una delle esperienze più splatter della mia vita. Non entro nel merito del parto perchè manco Apocalypse Now avrebbe potuto darmi l’idea di cosa avrei dovuto affrontare. Avete presente la guerra in Vietnam? Ecco l’unica differenza è che sopravvivi dopo aver toccato con mano l’inferno del dolore. Ma essendo buddista me la sono spiegata  così: “Dal momento che sta arrivando la cosa più bella della tua vita devi pagare un grosso, grossissimo prezzo.”  Bene ho pagato. Beatitudine del parto. No. Beatitudine della panza? Manco un po’. Nostalgia??? No e no e sopratutto se mi torna la panza scappo a mimetizzarmi tra i pinguini del polo sud.

Ma quello che voglio raccontarvi  è come possa essere miracoloso, dopo tante recensioni, consulenze, articoli, viaggi a raccontar di cibo, diventare tu stessa, donna, cibo per qualcun’altro. Il tutto ha un sottofondo di cannibalismo. E rasenta la fantascienza. O meglio è la cosa più naturale del mondo, ma uno è difficilissima da attuare, due quando lo fai ti senti mangiata viva. Ecco non vorrei smontare la dolcezza e la poesia che ci sta dietro l’allattamento, ma il mio è un approccio più cinico-scientifico con uno sfondo romantico.

Insomma dopo 7 mesi e l’inizio per  mio figlio dell’indipendenza gastronomica attraverso lo “slattamento”, mi ritrovo a fare i primi bilanci e la prima recensione su me stessa e su questa esperienza di essere nutrimento per un altro. L’allattamento è fatto di tanti fattori quasi come quando cucini un piatto. C’è bisogno degli ingredienti, dell’esperienza, della ripetizione del gesto. Bisogna mangiare bene, essere sereni, dedicarsi, a volte è doloroso e fallisci altre volte quando vedi tuo figlio sazio e felice allora il piatto è ben riuscito.  L’allattamento è fatto di fatica e dedizione proprio come quando si sta in cucina. Si fa tardi la notte anche le 3 e al mattino sei già pronto a ricominciare, a volte anche alle 6. Non ci sono ferie, intervalli. E’ un gesto di estrema generosità così come quando cucini per qualcuno. L’inizio è un tentativo continuo, assiduo spesso snervante, ma la gioia che ne hai quando vedi che il tuo corpo inizia a produrre cibo ha qualcosa di miracoloso. Un nettare degli dei che potrà far crescere tuo figlio esclusivamente per 6 mesi e poi per quanto lo riterrai. Senza orari o limitazioni ogni volta che lui lo desidererà. sempre pronto, alla giusta temperatura con sapori, densità e quantità che variano a seconda del momento della giornata. Al mattino più diluito e la sera più consistente. Quante stelle si possono dare ad un ristorante così perfetto? Credo che la via lattea non sia stata chiamata a caso. Provate a contarle tutte quelle stelle.