cioccobloggertour 2012

In questi giorni è impossibile non sentire profumo di bacche di cacao tra le vie di Torino, vedere al posto delle case barocche tavolozze di cioccolato che segnano  i confini dei viali. In città c’è Cioccolatò 2012, una grande fiera del cioccolato, e ieri le foodblogger piemontesi hanno fatto un giro turistico tematico della città, grazie a Silvia Lanza di Turismo Torino e Provincia e Francesca Martinengo che hanno organizzato l’evento.

Scoprire le caratteristiche della mia città mi esalta come una bambina al parco giochi, in particolare scoprire alcune storie legate al cioccolato, alla seduzione e ai personaggi storici di Torino.

(Chiesa di san Bayonne, da cui deriva i ltermine Zabaione).

Il tour effettuato è stato classico per una torinese come me, la targa del Vermuth, Baratti, Mulassano, Fiorio, Gobino, Pepino, le sorella Berta, da cui spesso faccio la spesa, la Lavazza dove al mattino prendo il caffè, Il Bicerin dove porto le amiche il sabato pomeriggio e infine il bar di Palazzo Reale, dove a mia sorpresa non ho trovato nemmeno una presa per ricaricare il mio I-phone (problemi di foodblogger).

Ma la guida ci ha raccontato aneddoti interessanti e soprattutto sconosciuti dei luoghi che abitualmente frequento.

Fiorio, di cui si vanta la fama per il gelato al gianduia, era l’Armando Testa dei giorni nostri. All’epoca mangiare per le strade non era ritenuto dai torinesi buona educazione, mentre Fiorio per pubblicizzare il suo gelato faceva passeggiare un signorina sotto i portici di via Po, sovvertendo le abitudini e scandalizzando un po’ i nostri concittadini.
Inoltre dopo il 1861, istituitosi il primo Parlamento del Regno d’Italia, era luogo di tutti i politici del tempo, deputati e ministri, e le notizie più importanti arrivavano proprio da queste sale. Era usanza dire:” che si dice da Fiorio?” un po’ come succede oggi quando i nostri politici escono dalla pizzeria Marechiaro alle 3 del mattino.

Mulassano, invece è sempre discreto, particolare e a suo modo magico. Avete notato per chi lo conosce che per quanto piccolo, trovate sempre posto o non fate mai la coda per il caffè? Il locale era frequentato dal comico Macario nei primi del ‘900 e da Guido Gozzano a fine ‘800 attirati dai mirabili tramezzi e dall’invenzione del toast. Gozzano scrisse persino una poesia per le signorine torinesi, “voleva baciare tutte le bocche per assaporarne il sapor di caffè”. Il trionfo arriva con la cioccolata calda. Quando sono triste vengo qui e mi passa tutto, la cioccolata è nera, liquida, amara intensa, sangue degli dei e ne riscopri la mitologia affondando solo il cucchiaino.

Baratti. Che dire di Baratti, in piemontese direi “smij? mi n?na” (asmia mi nona) , ossia sembra mia nonna, tutta un “lasmè sté”, un lasciami stare. Non siamo potute entrare a fare le foto per non disturbare le signore  torinesi e i loro caffè, ma come si può non volerle bene? E’ parte della storia di questa città, della mia storia, mi fa sorridere, ma è un punto fermo, senza Baratti mancherebbe un tassello del  puzzle.

E poi ancora abbiamo la leggenda del “punt e mes” e quella del bicerin, da cui arriva il famoso caffè di Torino con l’omonimo nome della bevanda, detta anche bevanda malefica. C’erano  tre tipi di bicerin : pur e fiur, pur ed barba, e un p? d’tut, con caffè cioccolato e crema di fior di latte. Alexander Dumas scriveva che il bicerin costava 15 centesimi e 20 con la goccia di cioccolato, la ‘stissa’. Ma anche Melville passò da Torino per la sua cioccolata.
Durante il programma degli eventi di cioccolatò2012, nello spazio: “Cioccolata con l’autore” tutti i giorni alle ore 18.00 troverete soddisfatte tutte le vostre curiosità.Un passaggio obbligato è stato passare dalla tradizione più moderna del cioccolato torinese,  Guido Gobino, vincitore di numerosi premi in tutta Europa per il suo cioccolato. Dal famoso Giandujottino Tourinot , cioccolatino di soli 5 grammi dolce e avvolgente dove “le note caramellate e tostate della Nocciola Piemonte IGP ne esaltano il gusto”, sino ad arrivare al cioccolatino al sale integrale e olio extravergine di oliva vincitore del premio Chocolate Gold Winner 2008. Credo di aver pianto gocce di cioccolato.

Prima di raggiungere la nostra merenda Reale a Palazzo Reale, un saluto alle sorelle Berta di via San Tommaso, 80 tipi di formaggi diversi, la tradizione dei grissini, le paste di meliga, e la sublime panna montata che come la fanno loro sul momento non la troverete da nessuna altra parte. Ma dovete avere tempo, sono anziane e camminano lentamente dietro il bancone e a volte a stento si vede la loro esile figura con il grembiule che si confonde con il formaggio.

Arrivati a Palazzo Reale, dentro il bar austero e un po’ sabaudo veniamo coccolate dalla merenda reale del 700 che veniva rigorosamente servita a base di cioccolata calda senza latte, ma con acqua, e i  “bagnati”, biscotti da intingere nella bevanda degli dei. Sazie, stanche e  con i piedi indolenziti e il crampo del twittatore, ci lasciamo andare alle chiacchiere da foodblogger…e la giornata si conclude.

“L’olio essenziale di cacao, oltre a possedere un aroma meraviglioso, agisce a livello limbico (cervello) come ansiolitico e a livello spirituale porta a vincere l’avarizia, a superare la paura della morte che porta tante persone a conservarsi, a non darsi completamente negli affetti, e in ciò che fanno quotidianamente. Annusare l’aroma dell’olio essenziale di cacao …libera dall’ansia e rende più disponibili a meno attaccati alle cose. Il cacao fa parte delle piante sacre e solo se utilizzato con saggezza,..stimola ..la nostra evoluzione. Un dono pregiatissimo”.

2 Comments

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  1. Bellissimo! Felice di esser venuta in visita

  2. Che giro goloso! Lo rifacciamo insieme appena finisco la dieta 😉 ???

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