Un amore radical chic

Ci sono luoghi che faccio fatica a raccontare, in genere sono quelli in cui vado più spesso e di cui sono gelosa. Come se avessi bisogno di luoghi solo miei. Questo in generale nella vita, tutti hanno bisogno di rifugi ritagliati nella quotidianità, saltando in una realtà paralella, immergendosi in una fiaba inventata. Uno spazio dell’anima, della testa e del cuore. Un limbo in cui sai che lì, tra quelle pareti, ci sei solo tu e la massima espressione di te stesso. Ci sono altri commensali, certo, ma ognuno è immerso nella sua magia, nella sua bolla di intimità, nessuno si vede da un tavolo all’altro. Personaggi simili a te, un’umanità che riconosci e respiri profondamento e il cuore sorride  e sai di per certo di essere nel posto gusto.

Per me uno di questi luoghi è il Coco’s bar nel rinomato quartiere di San Salvario. Qui c’è una parola chiave: rilassati e lasciati trasportare. Coppie d’amore radical chic hanno codici segreti e si danno il cambio a ritmo di una canzone di Vinicio Capossela. Mamme con ciurme di figli scompigliati che arrivano dal mercato di piazza Madama Cristina, pantaloni di “Autopsie Vestimentaire” con tagli stravaganti, stivaletti e scarponcini antisommossa, maglie larghe, occhialoni da sole nascondono personalità creative. Giornalisti, Artisti, Musicisti, Pittori, Scrittori, Attori, Fotografi, accompagnati da biciclette e qualche cane di dimensione inverosimile giungono fin qui da tutte le strade di questo quartiere magico. Un luogo in cui entri e da fuori non se ne sa più nulla. Non pensi possa essere un ristorante, un luogo di incontri delle coppie radical chic: Torinesi della sinistra più radical, ma anche molto chic. Quotidiani cartacei sotto il braccio e la sigaretta un po’ demodè rigorosamente “rollata” a mano fanno da contorno.

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Quei luoghi in cui un giorno qualcuno dovrebbe girare un film, come in un cafè di Parigi della seconda metà dell’800, anni di Henri de Toulouse-Lautrec ed Emile Zolà. Intrecci di vita, di carriere, di artisti, substrato culturale di una parte della mia città. Incontri sempre qualcuno disponibile ad un saluto e ad uno scambio di opinioni. Tavolacci e sedie di legno, come nei peggior bar anni ’70. Foto sgualcite di facce, parenti e clienti tappezzano le pareti. Cartoline di affezionati da ogni luogo del mondo. E un’ area dedicata ai tifosi del Toro dagli albori ad oggi. Foto delle squadre, calciatori, autografi, vessilli, libri appoggiati sui davanzali. Ancora distillati, amari, liquori, una macchina del caffè roboante e ingombrante. Un distributore di noccioline impolverato degli anni 80, ma perfettamente funzionante.

Infine loro gli artisti della cucina, tre fratelli che vanno e vengono, ma ognuno con un ruolo  ben preciso, non provare a chiedere il menù al fratello sbagliato, sono sgarri che non si perdonano. Il conto si paga solo a colui dietro il bancone che è addetto anche al caffè. Le specialità sono la zuppa di ceci con le costine di maiale, o la zuppa di verza e carne o anche una pasta fagioli densa e degna di uno stomaco da camionista. Per i secondi trovi sempre quello più che solletica il tuo palato, il piatto che avresti voluto mangiare in una giornata di inverno per cambiare il corso degli umori. Ma non perdetevi la cotoletta impanata, forse e per me sicuramente una delle più buone della città. Grande, sottile, croccante, impanatura perfetta, come quella della nonna. (Solo un’altra regge il confronto in un’altra trattoria poco più avanti in via Galliari, ve lo dirò). Le verdure sono rigorosamente di stagione vendute dai banchi dei contadini attestanti all’uscio.

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Coco’s è un luogo dell’anima e del cuore, dove sarebbe bello ritrovarsi un po’ più intimi davanti ad un bicchiere di barbera. Guardarsi negli occhi, con sorrisi pieni di contenuti, una moleskine dove disegnare i pensieri; potrebbe succedere che durante un pranzo romantico qualcuno da qualche tavolo a fianco possa recitarvi una poesia d’amore; una fisarmonica potrebbe iniziare a suonare, un fotografo potrebbe rubarvi un ‘espressione intima e magari qualcuno in un tavolino in un angolo scirvere di voi, dei vostri gesti e del vostro nuovo amore. Se vi riconoscerete in un film, non vi stupite, siete stati fonti ispiratori di un regista che è passato di lì.

BAR COCO´S – via Galliari 28. Info 334/2595576. Aperto a pranzo, venerdì e sabato anche a cena, chiuso domenica.

2 Comments

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  1. Direi proprio che è il posto che fa per me….

  2. franco da torino non devo aprire letue recensioni dopo mangiato mi fanno venire di nuovo fame

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